Lingua dei segni a scuola

Dopo aver visto il video realizzato dai ragazzi del CSE fatto in occasione della cena per i 30 anni di “Non solo merce” (vedi qui) abbiamo deciso di intervistare le insegnanti Roberta Parisi e Laura Riva, dell’istituto Professionale Crotto Caurga per conoscere meglio il progetto sulla lingua dei segni e accessibilità ed inclusione a scuola.

GrazieRoberta per la disponibilità. Chi vi ha dato questa idea o Come è nata l’idea di proporre la lingua dei segni a scuola?
L’idea é nata da me che sono un insegnante di sostegno specializzata sulle disabilitá sensoriali e prima di questo lavoro ho lavorato per anni in un’associazione per sordi e ho svolto diversi corsi di formazione per insegnanti, educatori e altri professionisti. Ho fatto da interprete ai sordi e questo mi ha fatto notare come le persone a volte non sanno approcciarsi a una persona sorda, dando per scontato molte cose o non rendendosi conto di ció che comporta questa disabilitá. Per questo ho deciso di fare questo progetto per gli indirizzi albergheri, per insegnare ai ragazzi come relazionarsi con le persone sorde.

Ci puoi raccontare del progetto e quali sono le classi coinvolte?
Le classi coinvolte sono la 3^ accoglienza e la 3^ sala proprio perché quest’anno inizieranno lo stage e volevo dare loro uno strumento in piú per approcciarsi all’utenza sorda. Nel progetto si é parlato di cos’é la sorditá dal punto di vista medico, storico e sociale. Cos’é la LIS, una LINGUA a tutti gli effetti con una struttura e regole da seguire, ITALIANA perché non c’é una lingua dei segni universale ma come le lingue parlate anche queste cambia in base alla nazionalitá e dei SEGNI perché invece che usare il canale uditivo-verbale usa un canale visivo-gestuale in cui ogni parola ha un segno.

Rivolgendoci agli studenti: volete lasciarci un commento o un vostro pensiero riguardo al progetto?
È stato interessante per me e ho apprezzato l’opportunità di partecipare.

Ci dite alcuni esempi di parole che avete imparato per comunicare all’interno del vostro servizio alberghiero?
Un segno che mi è rimasto impresso è “grazie”; abbiamo imparato i saluti, alcuni cibi e come chiedere se hanno bisogno di aiuto.

Ci sono altri progetti sull’accessibilità che avete fatto a scuola o che pensate di fare in futuro?                                  All’interno della nostra scuola oltre ad aver effettuato il Pcto riguardante l’accessibilità e sostenibilità lo scorso anno all’interno del progetto Hansel un Gretel abbiamo organizzato in collaborazione con l’U.N.I.T.A.L.S.I sotto sezione di Sondrio grazie a Guido Gusmeroli, una cena sensoriale al buio all’interno del nostro Istituto. Quest’anno poi alcune prime si sono recate a Milano per effettuare l’esperienza del Dialogo nel Buio, una mostra/percorso allestita presso l’Istituto dei Ciechi di Milano dal 2005, mentre sempre in collaborazione con Giulio Gusmeroli all’interno del nostro progetto di didattica inclusiva Hansel und Gretel effettueremo un uscita sul territorio per sperimentare come avviene l’interazione con il mondo esterno da parte degli ipovedenti .
Negli scorsi anni invece ci siamo recati a Pizzaut e a Fenis per visitare un albergo etico.
Il progetto Hansel und Gretel è un progetto presente nel nostro Istituto a partire dal 2014, volto ad affrontare e attuare le tematiche inerenti l’inclusione all’interno di gruppi di apprendimento cooperativo che coinvolge ragazzi di tutti gli indirizzi del nostro Istituto. E come dice la responsabile del progetto Laura Riva, ciò che rende speciale questo progetto è la continua interazione tra tutti i partecipanti che si spendono ciascuno con le proprie abilità e competenze in chiave di aiuto reciproco al fine che ognuno possa giungere ad un accrescimento personale e alla consapevolezza della propria autoefficacia in campo sociale.”

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